Condividi

La foto in questione potrà apparire banale e senza un apparente significato, in realtà, in questi piccolo scatto, c’è racchiusa la storia musicale degli ultimi decenni di Morra. Tante sarebbero le cose da raccontare e le avventure da condividere guardando l’interno dell’odierno “King Arthur“, che tutti continuano a chiamare, però, “il Club”.

Una delle tante che mi vengono in mente riguarda proprio quel palchetto in legno. Lì, infatti, nel lontano 2009 ebbe luogo uno dei concerti che più ha influenzato la storia musicale morrese degli ultimi anni.

Bisogna fare delle considerazioni preliminari.

Come ho avuto già modo di dire, la storia musicale morrese può essere divisa in tre grandi ère: quella dei “mandolini”, quella del “leggero italiano” e quella del “rock”. Per le due precedenti non ho molti ricordi, anzi, ma ho dei “cimeli” di cui un giorno parlerò. Per quanto riguarda l’ultima invece, sono stato (con molto orgoglio) tra i protagonisti.

Questa storia partì altrove molti anni prima del 2009, ma effettivamente questa foto può avere il titolo di “L’Alfa e l’Omega”. Essa, infatti, più di tutte, rappresenta il luogo dove la musica dell’ultima èra ha avuto inizio e fine. Dovrei, a questo punto, aprire un’ampia parentesi sui tanti luoghi di sviluppo della musica di quegli anni, ma restando su questa foto, due date sono importantissime: una è l’inverno del 2009 (non ricordo il giorno preciso) e l’altra è il 3 novembre 2018.

La prima di queste date fa riferimento ad un esperimento riuscito di condivisione che avemmo modo di attuare. In quegli anni suonavo a Lioni e, presi dall’entusiasmo, decidemmo di fare un concerto live dove raccogliere tutte le energie che cercavamo di catalizzare attraverso la nostra musica. Quando fu il momento di scegliere il luogo non ci furono dubbi: il Club a Morra. I proprietari dell’epoca non ebbero molto da ridire e ricordo ancora la risposta di Gianpaolo De Rosa che fu più o meno questa: “Ditemi quando venite che sposto le sedie ed i tavoli”. E così fu. Una sera d’inverno, nel pieno dell’adolescenza, con gli allora “Good Weather’s Pigs” demmo luogo ad un concerto che restò nella memoria dei presenti sia per la quantità di gente che riuscimmo a portare lì sia per la carica di chi suonò. Non fummo gli unici infatti: quella sera feci di tutto per far esibire un altro gruppo, l’unico rimasto attualmente attivo a Morra. Quella, infatti, fu la prima serata della band che ora tutti conoscete come “X-26”, dove suona Manuel Consigliero, all’epoca accompagnato alla batteria da Giovanni Fruccio. I presentatori della serata furono Enzo Di Pietro ed Alfredo Covino, il quale ebbe il compito di fare anche dei video, i quali sono ancora disponibili sul web e che raccontano in minima parte quello che successe. C’erano stati concerti anche prima (l’inizio dell’epoca del rock risale al 2001), ma quello fu molto particolare perché fu praticamente il primo dove una band di “fuori” suonava all’interno del club.

Seguirono anni concitati, dove più volte ci furono concerti memorabili, ognuno per ogni bar di Morra, e chi frequentava la musica morrese ricorderà le performace dei “Masao Express” al “Rendez Vouz” o quella dei “We Stand for Willy” da “Mastotutto”. Ma prima del 2009 e del concerto al Club, c’era stato un altro evento da ricordare: in un’estate calda e produttiva, demmo alla luce “Rock in Morra”, progetto unico nel suo genere nella zona, dove l’impegno di tanti ragazzi morresi fece in modo che riuscimmo a produrre un pezzo fondamentale della musica di questo paese, incastonato come un diamante in un cd che dire “storico” è dire poco. Era il 2008.

E qui arriviamo, con un bel salto, al 2018. Precisamente al 3 novembre, come anticipato.

Nonostante le varie hits, Rock in Morra non fu mai eseguito dal vivo. Tale occasione si è presentata nel decennale della sua uscita. Con l’impegno di Francesco Pennella ed Antonio Giugliano, conciliatori e mediatori delle tante esigenze dei membri che componevano le band di allora, e con l’entusiasmo del nuovo gestore dell’odierno “King ArthurRosario Buscetto, siamo riusciti a portare dal vivo quel cd e lo abbiamo fatto proprio su quel palchetto che vedete nella foto.

Sarebbe inutile cercare di spiegare a parole cosa è stata quella serata, chi c’era lo sa e sa quali emozioni immense ha regalato. Io posso dire che sentire gente, la quale nel 2008 aveva si e no 5 anni, cantare, 10 anni dopo, pezzi come “Pensiomovida” o “Notti scontate”, ha avuto un effetto catartico e di una soddisfazione davvero grande. Quella serata, però, segnò anche una sorta di chiusura: sapevamo, infatti, che un’epoca si era conclusa e quello era in qualche maniera l’addio più degno che si potesse dare, ed ogni persona su quel palco ha dato del proprio meglio.

Ecco perché dico che lì, in tanti anni, si è consumata la storia della musica rock morrese .

Guardando questo scatto, in pratica, io sento gli assoli di chitarra, il suono assordante di rullanti, le urla della gente che incitava i musicisti,. La puzza di sudore, il dolore dei calli, la fatica, le prove, i viaggi in macchina per portare gli strumenti. Le ore ed ore di prove nei posti più assurdi.

In sostanza questa foto non può dirsi un semplice scatto di un luogo, ma è il quadro che immortala una vita spesa a consumarsi i timpani delle orecchie per coltivare un sogno. Una foto che è musica e che agli occhi di chi c’era non può che far salire un sorriso accompagnato da non poca malinconia pensando a quella gioventù che aveva un solo obiettivo: suonare e divertirsi.

Grazie ad Agata Sobierajska per questo viaggio all’interno di una delle parti più belle della storia contemporanea di Morra.

Se vuoi contribuire con una tua immagine al progetto ImmagiMorra inviami una foto in formato orizzontale all’indirizzo email: immagimorra@gmail.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.