Guardando questa foto in molti potrebbero soffermarsi su quello che è il dettaglio “più alto”: l’obelisco di san Rocco. Ma questa volta non racconterò la storia del monumento più alto dell’Irpinia (di questo genere).
In realtà, osservando questa foto, mi viene alla mente quella che è stata la “rivoluzione” urbanistica più ampia che Morra abbia avuto fino al 1980. Si tratta infatti della costruzione di un nuovo quartiere. La parte che si vede in questa foto, infatti, ritrae il versante di Morra costruito a partire dal ‘600. Questa zona fu teatro della fioritura di palazzi signorili, andando a connotare il quartiere che va da Palazzo Molinari fino all’odierno Palazzo Grassi come la zona delle “signorie”, dove le varie famiglie di Morra più ricche costruirono nuovi edifici che, mano a mano, hanno segnato la nuova urbanistica, con uno sviluppo proprio verso quelle zone e l’espansione del paese verso sud. La zona che precedentemente segnava il confine da questo versante è da ricercare nel quartiere chiamato “l’ospedale”.
Il nome è importante perché fa capire abbastanza chiaramente come questo fosse il luogo nel quale chi veniva da fuori veniva “ricoverato” appena giunto. Naturalmente non si tratta del luogo a cui facciamo riferimento oggi, ma durante le epidemie questi punti servivano anche per tenere in quarantena chi era forestiero e proveniva da altri luoghi.
In questa foto, quindi, possiamo vedere quello che era il confine del paese fino al ‘500 almeno e tutto il successivo sviluppo legato alle famiglie di possidenti terrieri che andarono così a sviluppare quel quartiere che, in un senso più ampio, chiamiamo “san Rocco”.
Grazie a Marianna Covino per questo viaggio tra i “signori” di Morra.
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